
Articolo sulla convivialità per La Lettura del Corriere della Sera
Quest’anno Natale non si è presentato come Dio comanda. Manca…
In poche gocce un aspro elisir chiamato aceto. L’aceto è il cristallo acido del gusto. Il più sinestetico rivelatore gastronomico. Il suo odore fa da apripista olfattivo al sapore che ci attende. E la sua puntura agrodolce ci resta sulla punta della lingua come una scia della memoria sensoriale. Viene un po’ prima e un po’ dopo il piacere del cibo. E questa sua spiritosa inattualità ne fa un imprescindibile “a priori” della cucina. Di quella povera, che occulta da sempre i suoi ricicli alimentari sotto la copertura ubriacante dell’aceto. E di quella ricca, che ha fatto degli aspretti la piattaforma da cui lanciarsi verso le galassie della gourmandise. →
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