Quella serata a Capri cantando in napoletano. Il mio ricordo di Marc Augé su il Mattino del 25 luglio 2023
Marc Augé aveva Parigi nel cuore e il mondo nella…
Premiata la patata arancione che cura i bambini in Africa. Si fa presto a dire patata. Ma in realtà il tubero più amato al mondo vanta cinquemila cultivar diversi. Da quella a pasta gialla a quella a buccia rossa tipica degli altopiani di Colfiorito e Norcia, da quella blu del Perù alla varietà Hermes perfetta per le chips. Fino alla nuovissima patata a polpa arancione dell’Africa sub sahariana. Una variante nata dalla collaborazione tra l’Internarional Potato Center (Cip) e l’Harvestplus che, ibridando alcuni esemplari locali con altri particolarmente ricchi di vitamina A, hanno ottenuto una superpatata dolce biofortificata, che con il suo potenziale vitaminico è in grado di scongiurare gli effetti malefici di malattie come la cecità e la malaria. Che in quella parte del Continente nero colpisce oltre 43 milioni di bambini sotto i sei anni. Così questa patata si è guadagnata un posto nella classifica annuale delle dieci migliori invenzioni del 2016 stilata dal settimanale americano Time. Unico alimento tra lampadine che levitano, set da tavola per i malati di Alzheimer, caschetti da ciclisti ripiegabili e pancreas artificiali.
Il caso di questa patata che ha il colore di una zucca fa riflettere sul fatto che la fortificazione della natura in fondo è la versione bio-botanica di quello che Ippocrate diceva oltre duemila anni fa, vale a dire che il cibo può essere la nostra medicina. E la prima regola del suo decalogo era la varietà. Tutto il contrario di quello che facciamo noi oggi, che abbiamo drasticamente ridotto il numero di alimenti che ingeriamo. Mangiamo sempre le stesse cose. Così, senza accorgercene, abbiamo contribuito ad una selezione innaturale. Che ha fatto fuori i frutti brutti ma buoni in favore di quelli grandi e belli. Verrebbe da dire ariani. [PDF Download]
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