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Il panettone prima del 25? In Italia è ancora tabù per motivi religiosi – Liberi Tutti del Corriere

14 Dicembre 2018

Mangiare il panettone prima di Natale è ancora tabù. La maggior parte degli Italiani preferisce aspettare il venticinque. E perfino in una società come la nostra, che ha spalmato il dolce della festa su tutto il calendario, questa antica consuetudine resiste. Forse perché, a dispetto della secolarizzazione, continuiamo ad avere abitudini religiose. Soprattutto a tavola. E, senza saperlo, siamo gastronomicamente cristiani. Infatti alla vigilia di Natale, di di Pasqua e del nuovo anno, osserviamo le vecchie regole del digiuno e dell’astinenza. Sulle orme dei primi cristiani che rinunciano ai peccati di gola, demonizzano le pietanze più goduriose. E preferiscono pane, acqua, legumi e sale.

Eppure Gesù, meno estremisticamente, ha detto agli apostoli di digiunare una sola volta l’anno, come vuole la tradizione ebraica, che impone una giornata no-food in corrispondenza dello Yom Kippur, il giorno dell’espiazione. In quella occasione, dicono i profeti Isaia e Geremia, bisogna «astenersi dal peccare con gli occhi, la lingua, le orecchie, le mani e i piedi». Insomma mettere in stand by l’appetito e gli appetiti. Mentre tutti gli altri giorni dell’anno, come scrive San Paolo, quel che si trova sui banchi del mercato è lecito per i seguaci di Cristo.

Allora perché non mangiamo il panettone prima della festa comandata? Perché, nonostante il Nazareno sia, a suo modo, un uomo di libertà i suoi adepti lo sono molto meno. Basta guardare alle sette cristiane dei primi secoli come i manichei, i marcioniti, i priscillianisti e gli ebioniti, che praticano il vegetarianismo più spinto, una sorta di veganismo prima del veganismo. E questa vocazione ascetica si ripresenta ciclicamente nel corso dei secoli. In particolare a metà del Cinquecento con la Controriforma. Quando la Chiesa Cattolica sceglie l’astinenza come pratica distintiva per segnare la differenza con i Protestanti del Nord Europa. E impone un calendario che più penitenziale non si può. Tutti i Venerdì, la Quaresima, il Mercoledì delle Ceneri, il Venerdì Santo e le Vigilie diventano giorni off, in cui oltre alla carne e ai grassi animali, sono proibiti latte, burro e uova. Proprio gli ingredienti base del panettone.  E nonostante nel 1966 Papa Paolo VI abbia annullato questi divieti e autorizzato il liberi tutti, la maggioranza non ne approfitta. Perché alla fine più è lunga l’attesa più è festoso il panettone.

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Elisabetta Moro
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