
Colombe e torte di grano: tutti i simboli nei nostri piatti – Liberi Tutti del Corriere
A Pasqua più che cibi mangiamo simboli. Uova, agnelli, colombe hanno, infatti, un peso simbolico superiore a quello calorico. Perché sono alimenti rituali per la festa cristiana della Resurrezione. E non solo. Visto che ancora prima di Cristo il Mediterraneo aveva adorato altri dèi che morivano e risorgevano. Per esempio Adone, personificazione dei cereali. Per festeggiare il suo ritorno annuale venivano preparate torte con frutta candita e chicchi di grano macerato in acqua di fiori d’arancio.
Insomma, la pastiera napoletana viene da molto lontano. Lo stesso passaggio di testimone è avvenuto per l’agnello, che nell’antica Israele era l’animale sacrificale per eccellenza e che il popolo della Buona Novella ha trasformato nell’avatar del dio crocifisso.
Mangiarlo, di fatto, equivale a rinnovare il suo sacrificio. Un’antica leggenda racconta che Gesù è risorto spuntando dal sepolcro a sorpresa, come fa il pulcino che esce dall’uovo.
E pare che in quel momento Maria Maddalena avesse in mano un uovo, diventato miracolosamente rosso. Di qui le nostre uova colorate. E infine la colomba. Tradizionale emblema dello Spirito Santo e della pace, trasformata in must dolciario da un pubblicitario geniale come Dino Villani. L’ha proposta a Motta negli anni Trenta, per tenere attivo lo stabilimento durante la pausa dalla lavorazione dei panettoni. A riprova del fatto che solo conoscendo il passato s’inventa il futuro.