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Cibo e ambiente per coltivare la nuova umanità – il Caffè

4 Ottobre 2020

Dialogo tra un agnostico e un Papa. Sembra il titolo di un’Operetta Morale di Giacomo Leopardi e invece è realtà di oggi. L’ateo a prova di conversione è Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e ideatore della rete Terra Madre, una comunità sparsa ai quattro angoli del pianeta tenuta insieme dall’ideale di una agricoltura buona pulita e giusta. L’altro è Francesco Bergoglio, il portavoce del Dio dei Cattolici, che ogni giorno sorprende con la sua capacità di tenere insieme il messaggio semplice e al tempo stesso radicale di Francesco d’Assisi con la proverbiale accortezza gesuitica. Fatta di visionarietà e concretezza, astrazione teologica e gesti simbolici, parola e immagine. In comune hanno l’origine piemontese, che entrambi identificano con la nonna, la bagna cauda e il dialetto. Si somigliano per l’ironia, la battuta di spirito, l’empatia. Pontificano entrambi. E da qualche tempo sono diventati alleati, forse anche buoni amici, visto che promuovono una nuova visione del mondo e soprattutto del rapporto uomo ambiente. Lo racconta il nuovo libro di Petrini Terrafutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale pubblicato da Giunti e Slow Food.

Il legame fra i due nasce da una lettera che il gastro-filosofo di Bra scrive a Bergoglio nel 2013 per lodare la sua visita ai migranti naufragati nel Mediterraneo e portati in salvo a Lampedusa. Una settimana dopo Francesco, bypassando la segreteria vaticana e il protocollo, lo chiama personalmente al cellulare. Parlano di ambiente, cibo, religione e di fatto posano la prima pietra di una franca alleanza. Che gira intorno ad un nuovo umanesimo. Dove la persona è al centro della storia, non ai suoi margini. Dove oggi invece viene ghettizzata, avvelenata dall’inquinamento ambientale, impoverita dall’economia globale, abbandonata al suo destino come uno scarto. Perché secondo lo spirito del tempo solo chi consuma è, chi non consuma non è. Che si tratti di poveri, vecchi, migranti, malati, disabili.

Il Papa ribatte più volte il concetto. Gli uomini di buona volontà devono darsi da fare, perché dopo il COVID si riparta in una nuova direzione. Ritornare al modello di sviluppo di prima sarebbe un grave errore. Ma l’ambientalismo, seppur nobile, non basta. «Qui stiamo parlando di quale modello di convivenza e di futuro abbiamo e di come costruirlo: in gioco è l’enorme questione della giustizia sociale che ancora oggi nel mondo interconnesso e apparentemente prospero in cui viviamo, è ben lontana dall’essere realizzata». Petrini è ottimista, vede segnali positivi provenire da molte parti del mondo. Fra questi il movimento nato dall’attivista svedese Greta Thunberg, che ha il merito di avere sollevato una generazione che sembrava sdraiata per sempre sul divano. E invece ha capito che di questo passo le rimarranno solo le briciole. Così si è autoconvocata nella scena pubblica ed è partita da sé stessa, cambiando abitudini, dando il buon esempio. Bergoglio, al di là delle questioni se Greta sia manovrata o meno da portatori di qualche interesse, ne loda la capacità di risvegliare le coscienze. Per lui ora è fondamentale la reazione dei millennials. Alla generazione zeta il Papa suggerisce di non limitarsi a rivendicare il diritto al futuro, ma di agire subito per prendersi il presente.

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Elisabetta Moro
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