
Quel protettore che batte gli scaramantici – il Mattino del 26 aprile
Napoli è da sempre l’università della superstizione. Ma in questo…
Il dessert preferito dall’austero Platone. Bisognava avere fegato per usare i fichi nell’alta cucina. E ai Romani il coraggio non faceva certo difetto. Così si buttarono a capofitto sull’innovazione, mescolando carne e frutta, dolce e salato. Fegato e fichi. La strana coppia funzionò a tal punto che il primo, originariamente chiamato iecur, finì per prendere il nome del secondo, ovvero ficatum. Vale a dire farcito di fichi. Da cui la nostra parola fegato. Così l’aggettivo si è fatto sostantivo e l’eccipiente ha stregato l’ingrediente. →
Napoli è da sempre l’università della superstizione. Ma in questo…
Prendi un Santo, aggiungi un celebre fotografo, mettici il Rione…