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Nelle stazioni ferroviarie è rinata la grande cucina – il Caffè

20 Novembre 2016

unnamedLa vita della società liquida è tutta un last minute. Perennemente sincronizzata sul timer globale, dove sembra che le lancette sgambettino più svelte di una volta. D’altra parte modernità è velocità sono sinonimi. E proprio per intercettare questo fiume in piena molti chef hanno deciso di salire sul treno in corsa. Aprendo proprio nelle stazioni ferroviarie le loro nuove officine gastronomiche. Dove il menù è fast, ma non junk.

In quella di Zurigo la cucina creativa e rigorosamente stagionale di Au premier fa venire voglia di prenotare i treni del primo pomeriggio, per concedersi un pranzo, di lavoro sì ma di piacere pure. In quella di Roma Termini (entrata da via Giolitti 17), da gennaio esiste un vero è proprio Mercato Centrale, con 19 botteghe di delicatessen. Al piano rialzato, con vista sulla favolosa Cappa Mazzoniana, uno dei più affascinanti esempi del modernismo d’interni, c’è La tavola, il vino e la dispensa di Oliver Glowig e Salvatore De Gennaro. Il primo è uno chef stellato di origine tedesca, naturalizzato mediterraneo, che mette in carta gnocchi alla romana con porcini, baccalà in crosta con cicoria strascinata, guanciale di maiale con purée affumicato, spuma di caprino con fichi d’india. Il suo sodale, con Dna sorrentino, è il maggior selezionatore di formaggi e salumi del Mezzogiorno. Così, con la figlia Maria Luisa, prepara degustazioni di latticini, soppressate e provoloni che mandano in orbita.

A Londra il pluripremiato Marcus Wareing ha ristrutturato i saloni vittoriani della stazione di St. Pancras, creando il ristorante Gilbert Scott dove propone il British Roast, il classico arrosto della domenica, con orario non stop dalle 12.15 alle 20.45. Insomma c’è tutto il tempo per ordinare anche il suo imperdibile bread and butter pudding. Perché domenica è sempre domenica.

Va detto però, che questi nuovi ristoranti sono gli epigoni del celeberrimo Le Train Bleu della Gare du Lyon di Parigi. Cinquecento pasti al giorno serviti in un salone Belle Époque. Da oltre un secolo è il sogno di tutti i viaggiatori dell’ora di pranzo. Un paio d’anni fa è stata data una spolverata al menù per metterlo al passo con i tempi, ma i classici come il cosciotto di agnello con il gratin di patate, la cotoletta di vitello e il babà al rum, sono ancora lì. Come all’epoca di Coco Chanel che al Train ci andava per fare esperienze di gusto e di buon gusto. [PDF Download]

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Elisabetta Moro
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