
Quel protettore che batte gli scaramantici – il Mattino del 26 aprile
Napoli è da sempre l’università della superstizione. Ma in questo…
Simbolo della condizione umana. Quando gli uomini condividono il pane, condividono l’amicizia. Le parole del teologo francese Jean Cardonnel colgono nel segno, perché il pane è il cibo per antonomasia. Il simbolo della condizione umana.
I Greci, dai quali abbiamo ereditato valori e parole, chiamavano gli uomini artophagoi, cioè mangiatori di pane. Tanto che Ulisse, quando racconta il suo incontro con Polifemo, il ciclope misantropo che vive da solo nella caverna e odia il mondo, dice “non mi sembrò un mangiatore di pane”. In altri termini, il bestione monocolo non sa vivere con gli altri e la sua alimentazione è il contrassegno di una brutalità presociale.
In effetti il pane è il risultato materiale di una cooperazione tra chi semina, chi raccoglie, chi macina e chi panifica. Per questo è diventato l’emblema ideale dell’umanità che per sopravvivere ha sempre bisogno dello scambio e della solidarietà. Non a caso dal pane deriva la parola compagno, in latino cum panis, per indicare il legame che unisce gli individui che si spartiscono il nutrimento. E li trasforma in una comunità di destini. Ecco perché in tutta Europa, durante le feste comandate, i poveri ricevevano pagnotte in dono.
L’importanza di questo alimento vitale è scritta a chiare lettere anche nelle lingue europee. Per esempio, l’antico inglese, dove parole fondamentali come lord e lady hanno entrambe a che fare con l’arte bianca. Il primo deriva da hláford, cioè “guardiano del pane”. Mentre lady viene da hlaefdig, “colei che impasta”. Nostra signora della panificazione.
Una vera e propria sacralizzazione del cibo. Con un’eco profonda nel Cristianesimo, che definisce Gesù il pane della vita. E lo fa nascere a Betlemme, che in ebraico significa letteralmente casa del pane. Celebre in tutto il mondo per l’eccellenza dei suoi fornai.
In realtà il nostro immaginario, di credenti e non, è fatto della sostanza di cui è fatto il pane. Al punto che nel Medioevo coloro che si macchiavano di crimini contro l’umanità venivano esclusi dal consumo di qualsiasi prodotto da forno. E non potevano nemmeno avvicinarsi ai panifici, in quanto nemici pubblici.
In questo senso, la recente fatwa contro il pane, considerato cheap e poco chic, è il segno premonitore di una società dove si è sempre meno compagni. E sempre più individui. Chiusi e choosy. Esseri solitari in un pianeta diviso fra chi non mangia perché non ha cibo e chi lo spreca perché ne ha troppo. Oggi è più che mai vero quel che dice un vecchio proverbio tzigano. Mentre i ricchi sognano i sogni, i poveri sognano il pane. [PDF Download]
Napoli è da sempre l’università della superstizione. Ma in questo…
Prendi un Santo, aggiungi un celebre fotografo, mettici il Rione…