
Quel protettore che batte gli scaramantici – il Mattino del 26 aprile
Napoli è da sempre l’università della superstizione. Ma in questo…
La pasta di sera fa ingrassare, le proteine fanno dimagrire, i dolci fanno venire il diabete, il caffè aumenta la pressione, il cioccolato fa venire l’acne, la farina bianca è tossica, la frutta estiva ha troppi zuccheri, quella secca è un superfood, ananas e pompelmo bruciano i grassi, il microonde fa male. Sono solo alcune fra le tante cialtronerie che il passa parola della rete viralizza, trasformandole in mantra nutrizionali.
Un po’ come la calunnia della celebre aria del Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, la mala informazione alimentare è un venticello che «piano piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando; nelle orecchie della gente s’introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar».
Fermare questo vento è difficile, se non impossibile. Eppure qualcuno ci prova. È il caso del medico Marcello Ticca, vicepresidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione. Autore di un libro intelligente dal titolo «Miraggi alimentari. 99 idee sbagliate su cosa e come mangiamo» (Laterza, 235 pagine, 15 euro), che presenterà oggi, insieme con Marino Niola, alle 17.30 al Teatro Bellini.
Con un linguaggio semplice ma al tempo stesso rigoroso, Ticca sfata quei falsi miti che influenzano negativamente le nostre scelte a tavola. Demonizzando piaceri innocenti come un buon pane fragrante, magari di farina bianca. O un piatto di spaghetti a cena. A volte depistandoci su nuove strade del gusto, dai vantaggi millantati e mai provati, ma che in compenso ci fanno abbandonare le sane abitudini che fino ad ora hanno caratterizzato l’alimentazione degli Italiani, soprattutto di quelli che vivono nel Mezzogiorno. Risultato, molti si mettono a mangiare solo proteine, nella falsa convinzione che a farci ingrassare siano i cereali. Niente di più sciocco, spiega l’esperto, studi scientifici alla mano. Il sessanta percento del nostro cibo quotidiano deve consistere in carboidrati, altrimenti ne risente la salute. E anche il peso. Altrettanto scriteriata la moda di mangiare solo cibi crudi, perché quelli cotti sarebbero “morti”. Una falsità, prontamente confutata e accompagnata dal consiglio di cuocere poco le verdure, preferibilmente al vapore.
Ovviamente l’impresa di Ticca è ardua, forse disperata, vista la crescita esponenziale di paure e pregiudizi, di passioni e ossessioni che fanno del cibo l’interfaccia sensibile del nostro rapporto con una realtà sempre più inquietante. Il che spiega perché a fronte di una percentuale minima di veri celiaci, vi sia un esercito di rinuncianti, che consumano prodotti senza glutine, credendoli più sani e perfino dietetici.
La postura dell’autore è utile e condivisibile. Informa senza dileggiare la credulità popolare. Il che rende la lettura di questo libro preziosa e piacevole anche per chi pensa di non essersi fatto influenzare dalle mode integraliste più recenti, come veganismo, macrobiotica e paleodiete. E invece, senza accorgersene, ha assunto condotte alimentari sbagliate, propagandate dal tamtam social.
Proprio per questo è importante divulgare quel che la medicina, la biologia e la storia hanno osservato, accertato e dimostrato con metodo scientifico. Perché lo tsunami di ciarlatanerie, pseudo verità e promesse di longevità che tracimano dal web, produce incertezza culturale e insicurezza esistenziale. Insomma una sorta di populismo della conoscenza.
Diceva Ancel Keys, il fisiologo americano scopritore della dieta mediterranea, che a mettere in circolazione una bufala alimentare basta un giorno, mentre per smentirla non bastano dieci anni.
Ma questo libro indica la strada giusta per guadagnare tempo.
Napoli è da sempre l’università della superstizione. Ma in questo…
Prendi un Santo, aggiungi un celebre fotografo, mettici il Rione…