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Nasce il museo virtuale della dieta mediterranea l’arte del mangiar bene dai pionieri ai giorni nostri – il Mattino

14 Novembre 2019

Viaggio alla scoperta dell’arte di mangiare bene per vivere bene. È quel che attende i visitatori del nuovo Museo Virtuale della Dieta Mediterranea, il primo al mondo totalmente dedicato a questo stile di vita. Andando sul sito www.mediterraneandietvm.com e cliccando su centinaia di volti, più o meno noti, si attivano racconti inediti, autobiografie gastronomiche, aneddoti gustosi. Dai centenari del Cilento che svelano i segreti della loro longevità ad artisti che al cibo danno del tu come Isa Danieli. Da uomini di spettacolo e di buon gusto come Ugo Gregoretti a storici dell’architettura di fama mondiale come Joseph Rykwert. Da chef stellati come Alfonso Iaccarino a scienziati blasonati come Antonia Trichopoulou. Da registi di grido come Konchalovsky ad antropologi di fama mondiale come Marc Augé. Tutti filmati mentre ricordano piatti, odori, sapori, amicizie e amori. L’iniziativa è del MedEatResearch, il centro di ricerche sociali sulla dieta mediterranea dell’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, in partenariato con l’Università di Roma Unitelma-Sapienza. A finanziare il progetto ha pensato la Regione Campania, sempre  sensibile al tema dei beni culturali immateriali.

La dieta mediterranea emerge da tutti questi racconti come un vero e proprio patrimonio di conoscenze. Uno stile di vita che non si risolve nel consumare insalatone o divorare pomodori bio in piedi davanti al frigorifero. Si presenta come una vera arte di vivere. Ha a che fare con gli ingredienti almeno quanto con i sentimenti. Riguarda il corpo ma anche la mente. Perché mangiare mediterraneo è una questione di feeling. Di relazioni che legano l’uomo al territorio, la biologia all’ecologia, la passione alla tradizione.

Il Museo è diviso in sezioni. In quella dedicata ai Pionieri ci sono le testimonianze degli scienziati che hanno lavorato con Ancel Keys e Margaret Haney alla scoperta dei benefici di questa alimentazione esemplare, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità propone come modello da seguire per la sua incontrovertibile capacità di mantenere mente e corpo in salute fino ad età giurassiche. Oltre che di nutrire il pianeta senza depredarne le risorse e comprometterne gli equilibri vitali. Apre la serie Mario Mancini, gloria della medicina partenopea, che negli anni Cinquanta, fresco di laurea, guidò i coniugi Keys alla scoperta di Napoli e della sua gastronomia facendo accendere nella testa degli scienziati americani la lampadina che li guidò a scoprire la superiorità della dieta mediterranea. Proseguendo la visita si incontrano personaggi del calibro di Henry Blackburn, della Minnesota University e di Anna Ferro Luzzi, ex direttore dell’Istituto Superiore di Sanità. Poi si entra nella sezione esperti dove ci si imbatte in guide d’eccezione come il grande fotografo Mimmo Jodice che racconta il ruolo dello sguardo nel nostro rapporto con il cibo. Perché oltre che con la bocca si mangia con gli occhi e la cucina campana, con la sua fantasmagoria di colori, è la quintessenza dello spettro cromatico mediterraneo. Ma ad ogni clic, il museo riserva sorprese. Tra le più interessanti le parole dei centenari, intervistati dai ricercatori del MedEat Research. Autentiche biblioteche viventi che dall’alto della loro età dispensano pillole di saggezza alimentare e non solo. Altro clic altra generazione. Compaiono gli alunni del liceo Flacco di Portici che davanti alle telecamere offrono spaccati di storia sociale. E poi, cambiando ambiente, incontriamo grandi del food come il ristoratore Alfonso Mattozzi, il maccaronaro Giovanni Assante e Stefania Moroni, figlia ed erede di due glorie dell’Italia da mangiare come Aimo e Nadia. E, last but not least, c’è la narrazione suggestiva di grandi star dello spettacolo come Peppe Barra, che ricorda la cucina di mamma Concetta e il ragù di Eduardo. O l’immenso Ugo Gregoretti che trasfigura in emozione pura il ricordo dei suoi pranzi con Totò a base di puparuoli. Insomma tutto un mondo in un solo link.

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Elisabetta Moro
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